La biodiversità dei lepidotteri delle barene della Laguna Veneta

La biodiversità dei lepidotteri delle barene

Torna
al Journal

Giovanni Timossi
on 28.02.24

Le  attuali conoscenze della fauna terrestre della Laguna di Venezia sono concentrate soprattutto su mammiferi, uccelli, anfibi e rettili. Della fauna di invertebrati, che in tutti gli ambienti è predominante come numero di specie sui vertebrati e come biomassa, poco si conosce. Ancora meno nota è la fauna di invertebrati che vivono nelle  barene, ambienti peculiari di transizione detti intertidali. Il motivo è probabilmente per la  difficoltà  di collocare le barene tra gli ambienti emersi, in quanto periodicamente sommersi dal mare, e viceversa se li consideriamo più ambienti “marini”. Forse l’apparente uniformità ha attirato poco l’attenzione di entomologi. Dal punto vista della conservazione di questi ambienti una cosa è certa: non esistono studi aggiornati sulla fauna di insetti delle barene. Esistono contributi su singoli taxa, spesso frutto di ricerche occasionali, oppure ricerche svolte con una certa continuità dal Museo di Storia Naturale di Venezia negli anni ‘80 del secolo scorso sulle casse di colmata che sono ambienti artificiali. La conoscenza di questi ambienti sotto il profilo floristico e vegetazionale, le funzioni che hanno per le barene le piante alofite sono ben note. Peraltro le funzioni della fauna di insetti non possono essere ignorate essendo fondamentali per l’equilibrio ecologico di qualsiasi ambiente naturale. Tra le funzioni più importanti sicuramente quella di impollinazione per tutte le specie floricole, e nelle catene alimentari in quanto sono consumatori primari, e sono alimento per gli altri animali. Intervengono poi nei processi di disgregazione della sostanza organica. 

Dal punto di vista della conservazione di habitat e specie è interessante sapere che sono presenti nelle barene della laguna veneta (e anche nelle residuali barene del litorale alto-adriatico) specie che vivono solo qui. Sono specie endemiche la cui estinzione sarà globale se questi ambienti verranno degradati completamente. In particolare i lepidotteri intimamente legati alla flora delle barene, sono tra le specie che devono essere assolutamente tutelate. Sono specie la cui biologia è in alcuni casi sconosciuta, e per le quali  la conservazione delle barene è fondamentale anche per consentire studi futuri. Altre specie hanno un ciclo biologico particolare che nella fase larvale ha come fonte alimentare il Limonium, pianta che solo nelle condizioni estreme ambientali delle barene può vivere. Il legame specie/habitat è quindi molto stretto, e la flora delle barene sostiene una comunità di specie uniche introvabili in altre praterie salate mediterranee.

Bombice delle barene: maschi adulti

Lepidotteri endemici delle barene della Laguna di Venezia

Per farfalle e falene, ovvero l’ordine Lepidoptera, le informazioni bibliografiche, ovvero i dati pregressi, sono datati e decisamente esigui. Anche i contributi più recenti non forniscono liste faunistiche complete e omogenee su specie la cui biologia è correlata alla vegetazione delle barene, ma più spesso sono considerate specie della laguna in generale. Ai dati bibliografici, che andranno analizzati criticamente, andranno aggiunti i dati frutto dell'analisi delle collezioni museali; anche questi contribuiranno ad ampliare il panorama faunistico con dati al momento inediti. Sarà la ricerca sul campo a fornire le informazioni più importanti e in questo senso il progetto WaterLANDS aggiungerà nuovi e importanti dati scientifici. L’iniziativa Vital potrà dunque farne tesoro nello sviluppo di una strategia lungimirante per il territorio con il capitale naturale della laguna al centro del modello, e le attività produttive ad esso connesso.

Le specie endemiche di lepidotteri delle barene del litorale alto-adriatico sono le seguenti:

Il Bombice delle barene della Laguna di Venezia

Malacosoma castrensis Linnaeus, 1758, var. veneta Standffuss 1884 (Lasiocampidae)

La biologia della popolazione della Laguna Veneta di questa specie ad ampia distribuzione europea è unica: per quanto noto, in nessuna altra località europea Malacosoma castrensis è monofaga su Limonium; la validità della varietà veneta come specie o sottospecie è da verificare anche dal punto di vista genetico. Allevamenti fuori dalla barena non sono andati a buon fine, lo studio in ambiente è la via da perseguire per studiare questa specie una volta abbondante ed ora in forte regressione, tanto quanto lo sono le barene su cui vive. Vola esclusivamente di notte, la femmina depone le uova in  forma di manicotti sulle erbe di barena e i piccoli bruchi nascono verso metà marzo. Fanno una vita gregaria nelle prime fasi di vita per poi diventare erratici. Si spostano alla sommità delle piante all’innalzarsi delle maree. Tessono un bozzolo di seta e si incrisalidano verso fine maggio. Gli adulti sono in volo nella seconda metà di Giugno. Si distingue dalla popolazione nominale per la taglia maggiore e la variabilità di colore delle ali.

Bruco di bombice delle barene

Lo Scitridide della Laguna

 Scithris lagunae Jackh, 1979 (Scythrididae)

Questa piccola farfalla vola di giorno. Scoperta il secolo scorso è un mistero la sua biologia. Vola presumibilmente solo in orari limitati durante il giorno sulle barene visitando i fiori e nutrendosi di nettare come tutti i lepidotteri. I reperti presenti nelle collezioni scientifiche sono pochissimi. Allo stato attuale delle conoscenze non sappiamo se è ancora presente nella Laguna Veneta.

Lo Pteroforide di Morin

Agdistis morini Huemer, 2001 (Pterophoridae)

Questa specie descritta recentemente è presente esclusivamente sulle barene dove vola di giorno compiendo brevi voli quando disturbata e mimetizzandosi perfettamente grazie alla sua morfologia particolare. Un caso di omeocromia e omeomorfia in quanto è di colore simile alle piante su cui si posa e per la posizione in  riposo con le ali anteriori e posteriori arrotolate a simulare un rametto secco. La biologia è ben nota: i bruchi si nutrono esclusivamente su Limonium nutrendosi dei fiori dove si incrisalidano. Compie due generazioni l’anno. Ha una bassissima capacità di dispersione e può essere considerato un ottimo bioindicatore della conservazione delle barene.

Pteroforide di Morin

L’utilizzo degli insetti, in particolare dei Lepidotteri, come bioindicatori è un aspetto che deve essere tenuto in considerazione per la salvaguardia delle barene. L’utilità di questo ordine di insetti come ottimi bioindicatori è stata verificata in molteplici ambienti naturali. In particolare per le barene lo studio dei cosiddetti microlepidotteri è fondamentale dato che più specie di questo gruppo sono endemiche in senso stretto e molte altre sono legate alle piante alimentari che costituiscono la barena. Lo sviluppo delle ricerche su questo gruppo di invertebrati consentirà anche di chiarire la validità tassonomica ad esempio del bombice delle barene.